venerdì 24 maggio 2013

...E GLI ALTRI COMPAGNI DI VIAGGIO?!


Cari compagni di viaggio, dalla lettura della lista "temerari del blog" nel vedere alcune assenze (fatte salve quelle per infortuni fisici..pianura..) per esempio quella di Bandinelli (che in una prima fase aveva accettato) o le defezioni precedenti di Sormani o Marella, e i silenti, sono nate in me spontanee alcune riflessioni che voglio condividerele con voi:

- è giusto che un gruppo che si ritrova senza alcuni componenti si chiuda in sè stesso o si accontenti e accetti le assenze? o si compiaccia anche nell'essere elitario?!
possiamo fare qualcosa per riportare dentro il team queste persone ? dobbiamo farlo ? è utile ? necessario?
- dovremo effetivamente provare a coinvolgere e convincere anche i + diffidenti? o indifferenti?
- cosa possiamo fare per noi e per loro in questo senso? è giusto parlare a queste persone? ci interessa farlo? chi lo può o deve fare?!
- perche non siamo riusciti a trasmettere loro i valori e la forza di un esperienza emotiva di questo tipo? cosa possiamo fare? e necessario fare qualcosa?

non voglio lanciare provocazioni e lo dico sinceramente, ma in senso costruttivo e positivo porre degli interrogativi credo utili per capire maggiormente certe dinamiche è come possano essere risolte se da risolvere... e il vostro contributo per me è importante per aiutare a comprendere....
grazie

2 commenti:

  1. Condivido pienamente il tuo pensiero e le domande che hai fatto. Ritengo che quest'esperienza si debba vivere e condividere con il gruppo nella sua completezza cercando perlomeno di vivere alcuni passaggi di tale percorso insieme (tralasciando l' aspetto meramente fisico). Coinvolgiamoli!!!!!!!!!
    Ps. Sono molto dispiaciuto di non poter partecipare al prox incontro ma con così poco margine di tempo non riesco a spostare una importante web conference.

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    1. Concordo a pieno con la centralita`di questo quesito.
      Provo disagio per il fatto che mi sto tirando in qua, mentre altri colleghi invece sono costretti al ritiro.
      In primis dico che ammiro la loro forza nel tirarsi fuori davanti al gruppo, non e` cosa facile. Poi penzo che dovremmo fare di tutto per coinvolgerli.
      Anche rinunciare al vjoz e riposizionare verso un obiettivo raggiungibile da tutti? In effetti la cima e` una metafora dell obiettivo ma molto fisica. Il vero obiettivo e` la vetta o lo stare assieme se pur in condizioni avverse e diverse dal vissuto lavorativo? In questo caso la rinuncia alla vetta pur di. Stare asieme ha un valore piu forte? E se condividesimo comunque partenza e rientro assieme, chi non sale aspetta a pejo ...magari in piscina?

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