mercoledì 29 maggio 2013

Teaser

Sono molti i temi che questo percorso formativo sta portando a galla. Sto pensando alla capacità di fare proprio un Obiettivo che mi viene imposto, alla volontà di sfidarsi per crescere, all’incapacità di uscire dalla propria Zona di Comfort, alla motivazione che ci spinge a riconoscere un momento di disagio come un’opportunità di crescita.

Mi suonano ancora nella testa molte delle domande che il gruppo si è fatto dopo l’uscita sul Grappa …

  • Ci sono delle cose che avete pensato e che non avete avuto voglia, motivazione o coraggio di dire ?
  • Cosa direte a chi non è venuto ?
  • Come pensiamo di coinvolgere anche gli altri ?
  • Qualcuno se la sente di fare il Leader ?
  • C’è veramente bisogno di un Leader per trasformare un gruppo in un team ?
  • Ma veramente come singoli ci daremo da fare per organizzare l’uscita di luglio ?
  • Cosa ci portiamo in ambito lavorativo della giornata di oggi ?
  • Siamo in grado di riconoscere il disagio e di apprezzare l’opportunità di allenare la propria resilienza ?

E più ci rifletto e più imparo cose nuove. Per chi ne ha voglia, si può crescere.

martedì 28 maggio 2013

play list 2 un fallimento

Marta sui tubi
Ivan graziani
Sono arrivati 48 minuti di fatica e noia assoluta, poi Litfibaaaa. Degli esordi e sono partito con altri 20 minuti in spinta da gran Salita!
Forza dateci dentro :-)


Incontro di oggi

Oggi purtroppo a causa di un improrogabile impegno di lavoro, non ho potuto partecipare al ns incontro.
Volevo ringraziare Rick e Gian (non sono la coppia di cantanti degli anni settanta quando la TV era in bianco e nero!)  e Luca, che mi hanno ragguagliato su quanto vi siete detti.

sabato 25 maggio 2013

NON TUTTI I MALI....

Ciao a tutti!!!
Voglio condividere con voi quanto successo lo scorso week end a me e Andrea sgambato (che non é il cognome) durante la Nostra prima trasferta in una gara di Triatlhon internazionale.
La gara in questione si é svolta a Besancon (FRA) ed era un "ITU PARATRIATHLON INTERNATIONAL EVENT" valido anche come prova unica del campionato nazionale francese; distanza sprint ovvero 750mt nuoto, 20km bici, 5km Corsa.
Siamo partiti dall'Italia carichi e molto motivati come sempre, ma sabato sera durante il briefing pregara, abbiamo scoperto che la competizione sarebbe stata trasformata in un duathlon per le condizioni proibitive del fiume nel quale avremmo dovuto nuotare; ovvero portata e corrente aumentate per le precipitazioni e presenza di detriti che avrebbero messo a rischio l'incolumitá degli atleti.
La frazione di nuoto sarebbe stata sostituita da una frazione a piedi di 5km, poi la solita bici di 20km e infine altri 2,5km di corsa.
Inutile nascondere che siamo stati assaliti da uno sconforto totale che ci ha fatto persino mettere in discussione la nostra partecipazione.
Il duathlon é muscolarmente molto piú impegnativo del Triathlon per via della doppia frazione a piedi, e inoltre, chi come noi ha maggior svantaggio nella corsa, sarebbe stato doppiamente penalizzato.
Personalomente la cosa mi bruciava ancora di più; perché il mio obbiettivo era quello di arrivare davanti a un compagno di nazionale che mi era stato preferito nella selezione degli atleti nazionali, costringendomi a partecipare alla gara solamente se ci fossi andato a mie spese. Atleta, tra l'altro, che nella frazione di corsa é sempre stato più veloce di me.
Nonostante ció abbiamo deciso di prendere ugualmente il via; prima di tutto perché comunque poteva essere un ottimo test per valutare i nostri miglioramenti nella corsa, e poi per rispettare gli impegni presi con la nazionale e col nostro Team che durante tutto l'anno ci sostiene proprio per consentirci di gareggiare ad alto livello.
Ho deciso dunque di impostare tutta la gara sul mio compagno/rivale; non importava come arrivassi la traguardo, l'importante era arrivarci prima di lui.
Così sin dalla partenza ho corso cercando di tenere il suo ritmo per perdere meno terreno possibile nei suoi confronti, usandolo come punto di riferimento tenendolo sempre a vista. Nei primi 5km arrivavo in zona cambio (T1) con 1'16'' di ritardo nei suoi confronti; il ritmo era stato per me forse un po' troppo sostenuto ma da quel momento non era più un problema, dovevo pensare solo a pedalare come so fare, ovvero più forte di lui. Salito in bici è iniziata la mia rincorsa; 20km di cronometro. Al 8° km lo avevo già raggiunto, neutralizzando quindi il gap della corsa; da quel momento iniziava una nuova gara. Dovevo mettere fra lui e me più secondi possibile, non importava cosa sarebbe accaduto dopo; i problemi si affrontano uno alla volta. Continuavo quindi con la mia pedalata decisa, facendogli sentire bene lo scatto del mio cambio al momento del sorpasso; un'occhiata per capire dal suo volto come stava e poi via senza più voltarsi. Arrivavo in zona cambio (T2) con 2'20'' di vantaggio che dovevo gestire nei successivi 2,5km di corsa.
Le gambe bruciavano e mentre infilavo le scarpe da running un accenno di crampi mi ha fatto pensare di avere forse esagerato nella frazione in bici.
In effetti l'ultima frazione è stata molto lenta e l'ho chiusa in 10'55'' mentre l'uomo da battere l'ha conclusa in 9'49''. 1'6'' di margine mantenuto che mi ha permesso di tenerlo dietro e di classificarmi al 2° posto col tempo finale di 1h 12'11'' contro il suo 1h 13'39''.
Obbiettivo raggiunto.
E Andrea? Praticamente stesso film, con l'aggiunta che il suo rivale corre utilizzando la protesi mentre Andrea lo fa utilizzando un paio di stampelle. Andrea è arrivato alla prima zona cambio con 4'20'' di distacco, durante la T1 è stato più veloce di 39'', nella frazione in bici ha rifilato al suo rivale 4'50'' e nella T2 ancora più veloce di 30'' nel cambiarsi la scarpa. Probabilmente il trovarsi davanti a un ex campione del mondo ha dato ad Andrea una carica eccezionale, perché nell'ultima frazione di 2,5km con le stampelle è stato addirittura più veloce di 30'' chiudendo la gara in 1h33'32'' classificandosi al 1° posto di categoria. 
Cosa dire, una giornata partita con le peggiori aspettative si è trasformata in un trionfo per entrambi; e perché accadesse é bastato non darsi per vinti, accettare comunque la sfida e dare il massimo anche sapendo di partire in svantaggio.
I successi si costruiscono, non arrivano per caso.
Spero che questa noiosa storia di sport possa dare a tutti nuovi spunti di riflessione.









venerdì 24 maggio 2013

...E GLI ALTRI COMPAGNI DI VIAGGIO?!


Cari compagni di viaggio, dalla lettura della lista "temerari del blog" nel vedere alcune assenze (fatte salve quelle per infortuni fisici..pianura..) per esempio quella di Bandinelli (che in una prima fase aveva accettato) o le defezioni precedenti di Sormani o Marella, e i silenti, sono nate in me spontanee alcune riflessioni che voglio condividerele con voi:

- è giusto che un gruppo che si ritrova senza alcuni componenti si chiuda in sè stesso o si accontenti e accetti le assenze? o si compiaccia anche nell'essere elitario?!
possiamo fare qualcosa per riportare dentro il team queste persone ? dobbiamo farlo ? è utile ? necessario?
- dovremo effetivamente provare a coinvolgere e convincere anche i + diffidenti? o indifferenti?
- cosa possiamo fare per noi e per loro in questo senso? è giusto parlare a queste persone? ci interessa farlo? chi lo può o deve fare?!
- perche non siamo riusciti a trasmettere loro i valori e la forza di un esperienza emotiva di questo tipo? cosa possiamo fare? e necessario fare qualcosa?

non voglio lanciare provocazioni e lo dico sinceramente, ma in senso costruttivo e positivo porre degli interrogativi credo utili per capire maggiormente certe dinamiche è come possano essere risolte se da risolvere... e il vostro contributo per me è importante per aiutare a comprendere....
grazie

giovedì 23 maggio 2013

rulli...

Se manca il tempo ... via di rulli
E musica...
Playlist::
Rocky horror picture show
Cat stevens
Bowie
Dylan
...ed un ora e` volata
Notte fioi

sabato 18 maggio 2013

il vento

Non c'e' vento a favore del marinaio che non sa dove andare (seneca)
...il vento per il ciclista e' sempre contro...(riccardo!!!!!!!)
Oggi 57 ventosi e fottuti km a 28.5 di media. Poca cosa ragazzi lo so ma volevo mandare il messaggio che io
Ci credo nel vioz e vi invito ad
Allenare le gambe ....tutti.
Dai dai dai cazzo daiiiiiiii

giovedì 16 maggio 2013

Questione di...palle?

Ogni tanto faccio irruzione sul BLOG, non so se scusarmi perché poco presente oppure perché invado i vostri spazi; ma mi sento parte del gruppo, della spedizione, della missione...a voi il nome che preferite.
Ultimamente sono molto impegnato tra allenamenti, famiglia aumentata (Aaron ha 2 mesi) e nuovo lavoro (iniziato il 2 maggio), e anche le mie giornate sono di 24h.
Quando leggo i vostri post lo faccio la mattina presto e un po' di corsa, ma sempre col massimo interesse e grande curiosità.
Mi dispiace tediarvi con i miei limitati ragionamenti da ex militare ma l'articolo 2 del codice del legionario recita così "Ogni legionario è tuo fratello d'armi qualunque sia la sua nazionalità, la sua razza, la sua religione. Gli devi dimostrare sempre la stretta solidarietà che deve unire i membri di una famiglia."
Mi ritengo una persona molto concreta, forse tendo a semplificare un po' troppo i concetti che esprimo, ma da quando Luigi mi ha proposto questa missione, anche se non ci frequentiamo vi considero in qualche modo fratelli, perché accomunati dalla stessa missione.
Leggere il post di Andrea Marchioro mi ha colpito: anche io diversi anni fa ho sofferto dello stesso problema, ma per questo non ho potuto interrompere i miei allenamenti e non potevo nemmeno prendere farmaci perché alcuni avrebbero determinato la mia positività ai controlli antidoping mentre altri mi avrebbero debilitato compromettendo la qualità degli allenamenti.
In ogni caso dopo diversi mesi di sofferenza grazie ad indagini sempre più approfondite ho scoperto che,  nonostante i sintomi fossero gli stessi, non si trattava di epididimite; ma una serie di contrazioni muscolari dovute a posture errate in sella durante le salite che esercitavano trazione su un testicolo causando i dolori tipici del'infiammazione all'epididimo.

Concludo con un messaggio per chiunque si senta in difficoltà (fisica o mentale) rispetto all’impresa del Vioz; ovvero che vi siete scelti due compagni molto scomodi per questo evento. Pensate davvero che io e Andrea non avremo nessun problema a salire fino a 3500mt?  Uno totalmente amputato e io a cui la gamba l'hanno ricostruita utilizzando i pezzi dell'altra.

I problemi ci saranno, li affronteremo, e se lo faremo nel modo giusto li supereremo insieme.
Ho scritto quello che direi a un fratello.
Buona continuazione...

martedì 14 maggio 2013

13 Gennaio 2013

... l'ultima corsa...
è una data che difficilmente dimentichero', domenica sera fredda ma nulla che potesse impedirmi di puntare ad un medio sostenuto, 14 km non sopra i 4 45/km. La caviglia faceva malino si da una settimana ma un fastidio tranquillo di quelli che dopo il riscaldamento passano.
Obiettivo nel cuore?... correre la maratona di Treviso, il tempo per prepararla c'era, sempre 3 allenamenti, a Novembre anche un buon 25 km a 4 50, finalmente nessun infortunio da mesi grazie ai plantari, insomma era la volta giusta per scendere sotto le 3h 30 e poi chiudere con la corsa e tornare alla bici.

Il venerdì seguente invece ero dal fisioterapista per una caviglia non solo bloccata ma con dolori lancinanti la notte e per tutta la mattina che poi magicamente sparivano alle 13.

Ci sono voluti 3 mesi per avere una diagnosi quasi chiara... SPONDILARTRITE...malattia reumatica.
E speriamo sia quella perchè lo specialista mica era tanto certo della diagnosi, per non farmi mancare nulla ho il 50/100 dei sintomi e positività di una malattia ed il 50/100 di un'altra...cmqe la cura iniziale è la medesima :-) una valanga di antinfiammatori e aspirina!!!!!!

Vediamo a luglio cosa mi dice dopo 4 mesi di terapia.

Se devo essere sincero, del dover rinunciare alla corsa non mi sono preoccupato seriamente nemmeno mezzo minuto....non riuscivo la mattina a fare le scale di casa, arrivavo al lavoro con le lacrime agli occhi dal male, lo sport davvero è andato in coda a tutti i pensieri e le ansie.

Oggi?...... troppa la voglia di scrivere che, se pur continuando a prendere dosi di medicinali da rinoceronte (tanto l'antidoping mica lo devo fare ora), non ho piu' corso a piedi, ma da mercoledì scorso sono già tre volte che prendo la bici da corsa!!!!!!!!!!!!!

Il dolore ha da settimane lasciato il posto ad un fastidio che via via sta diventando da importante a forte a fastidioso a.... cross fingers dear friend of mine!

Per scaramanzia ho aspettato a postare qui sul blog, voglio mentalmente considerarmi ancora fuori da quelli del VIOZ, ma ci sto sperando sempre di piu' e la mia tabella di avvicinamento sarà tanta bici, il minimo sforzo impattivo sulle caviglie e poi se quel giorno tutto gira me la gioco e provo a salire con Voi.

Andrea, che sia di buon auspicio per farla assieme quella salita, in fin dei conti in qualche modo le nostre storie sono incrociate, il mio pb sui 10.000 lo devo a te, allo stimolo che mi hai dato un pranzo di un paio di anni fa quando mi avevi raccontato della tua prima agonistica dopo un periodaccio.



PS: non vi dico ancora cosa faccio in bici, ora devo solo ricostruirmi fisicamente, mi vergogno tanto poco è l'allenamento, pero' oggi tre ciucciaruota me li sono portati dietro per una decina di km a  34-35...sperem ben fioi.



La vera lista dei 'Temerari del VIOZ' - AGGIUNGETEVI !

mercoledì 8 maggio 2013

Facciamo !


Cos'altro dire dopo aver letto i messaggi 'post uscita' di Marco e Gian...?

Sinceramente mi ha stupito il 'metodo' scovato da Luigi per allenare la resilienza. Non avevo mai pensato che un concetto così usato nello sport (far subire dei picchi di disagio fisico programmato al corpo, situazione comunemente chiamata allenamento) potesse essere effettivamente applicato alle relazioni umane combinando il disagio fisico con quello emotivo.

Che si riesca a far vedere al resto del gruppo questa esperienza non come 'comandata' ma come opportunità ? Par che siano molti quelli che leggono (solo)...

Andiamo al (+) sodo:

1) Ci serve una lista di persone seriamente intenzionate a condividere l'emozione/esperienza di organizzare e mettere in pratica la 'Scalata del Vioz' (utile per gestire poi la parte organizzativa/comunicazioni). Si potrebbe usare Doodle (grazie Luigi: se facciamo potresti impostare tu visto che sai come fare) per aprire la sottoscrizione: 'Il nostro Vioz: sei dei nostri ?'

2) GianMarco chiede conferma x l'alloggio: non vedo problemi nello sparpargliarci un pò per dormire. Siamo sicuramente in grado di fare gruppo in pochi minuti anche se si dorme a qualche kilometro. Vai Gian!

3) Non siamo preparati fisicamente per una salita da 2300 a 3500 ('Train hard, fight easy!'): serve qualche altra uscita da parte di tutti. Propongo che almeno altri due sabato si facciano assieme, magari allargando alle famiglie. 

4) Dobbiamo invitare ad una di queste uscite Andrea e Alessandro. Vitale sperimentare con loro prima dell'uscita finale.

5) Scalata finale il 19/7: propongo 1na data di 'fiato' il 1/6 e 1na data di test (altezza+Andrea/Alessandro) il 6/7 (niente è obbligatorio...)

6) Andrea M. parlava di bastoncini: mai usati in vita mia. Sarebbe utile averli al più presto per usarli nelle prox uscite.

7) Ricordo di aver udito Stefano S. spiegare a qualcuno come usarli, potrebbe dedicarci un pò di tempo alla prossima uscita x questo training tecnico?

8) Last but not least... Sabato scorso abbiamo accennato all'allargare l'esperienza anche ad altri volenterosi dell'azienda.... Che ne dite ?

Ciao, Luca

Quel filo di lana...

Bella uscita quella di sabato scorso. Come è giusto che sia ciascuno l'ha vissuta con spirito, obiettivi, aspettative,...diversi tra loro, ma la diversità in natura è una strategia vincente. Garantisce di trovare sempre una soluzione al variare delle situazioni che si presentano. Quando sono tornato a casa dopo una bella doccia e prima di addormentarmi in modo indegno prima della cena ho letto un articolo (Le Scienze-maggio 2013-pag.90) che parla di un progetto che prevede di costruire api-robot e si citava il concetto delle Resilienza applicato alla vita dell'alveare. Cito testualmente: "le api-robot si dimostreranno utili soprattutto quando potranno essere impiegate in sciami di migliaia di esemplari, che agiranno in modo coordinato senza bisogno di un leader. L'alveare deve essere abbastanza resiliente in modo che il gruppo possa raggiungere i propri obiettivi anche quando molte singole api falliscono nella loro missione".
Devo dire che la coincidenza di questa lettura con le domande senza risposte con cui ci siamo salutati mi ha fatto riflettere ulteriormente sulla giornata passata assieme.
Mi è venuto quasi spontaneo pensare alla "sporca dozzina" di Cima Grappa come uno sciame di api che persegue un obiettivo anche se non tutti c'erano, anche se chi c'era era in difficoltà o a disagio e ...anche senza un leader. Possiamo allargare la metafora a Climaveneta, ma la sostanza non cambia.
Siamo partiti in qualche modo ciascuno con il suo ritmo e le sua ansie, ma lungo il sentiero ci siamo guardati, ci siamo aspettati e incoraggiati e nessuno è rimasto da solo. C'è stato un momento però che ci siamo ascoltati in silenzio. La parte migliore della passeggiata. Eravamo in fila indiana con il ns filo di lana e abbiamo cominciato a "preoccuparci" di chi ci precedeva e di chi ci seguiva. Abbiamo cominciato ad interessarci degli altri. Si rallentava o si accelerava assieme, come uno sciame!
Bella esperienza! Spero che nella prossima uscita lo sciame aumenti di numero. Ne vale la pena.

A questo proposito lancio di nuovo l'idea di fare la prossima uscita per fine maggio/inizio giugno al rifugio Piaz (vedi post di Luigi Alban con tutti i dettagli). Cosa ne dite ?



Malattia e resilienza

Ho riflettuto molto se scrivere questo post o no, poi mi sono detto che aprirsi anche a tematiche diciamo così personali faccia parte del gioco di squadra..diagnosi di circa 1 mese e mezzo fà: epididimite/orchite "lato" destro (potete cercare su internet i dettagli), io oramai sono diventato un esperto a livello "mondiale" sul tema anche se sembra una problematica per molti aspetti irrisolta per cause e cure.
Cura antibiotica da cavalllo antidolorifici e antinfiammatori...mi addormento da settimane ormai con l'aulin al posto della camomilla e mi sveglio con l'auspicio che finisca o che una tregua arrivi (viaggio a lourdes?!) ;). Come nel monopoli dopo 40 giorni sono ritornato al via (senza passare dalla prigione...), esami, visite consulti ma poche soluzioni. Speravo fino alla mattina del 4 maggio di poterci essere ma il risveglio mi ha subito fatto capire che avrei peggiorato la situazione. Penso che l'aspetto più difficile da gestire in questo momento sia quello psicologico legato all'incertezza della situazione e alla sua evoluzione. A luglio non saprò se realmente riuscirò a salire con Voi e se nei prossimi "allenamenti" potrò farvi compagnia, ed è una cosa che mi fa soffrire molto... ma certamente vorrò esserci al campo base il giovedì e il venerdì alla partenza e spero anche sul Vioz in qualche modo..magari con l'elicottero della famosa grappa di Mike Bongiorno....credo che per me il percorso verso la resilienza sia partito un pò troppo forte...
CONSIGLI PER ESSERE + RESILIENTI?!

lunedì 6 maggio 2013

Sustainable Comfort


Ore 8.05: non siamo ancora partiti... La partenza era alle 8.00 (già 2 ore dopo l'alba), accidenti non sappiamo nemmeno chi manca... Io ho già tutto uno scarpone fuori dalla mia zona di comfort!
Ci salutiamo calorosamente, c'è anche il pensiero di poter farcela fisicamente... Anche se di tanto intanto vado per sentieri... Da solo, alla mia andatura, per carità! Mi chiedo se sia abbastanza... Io parto quando è ancora buio! Così quando schiara anche i miei pensieri più ingarbugliati sembrano avere un senso.... Ho sempre fatto così... Dai tempi della scuola....
Non ho nemmeno saputo dire a casa a che ora sarei tornato oggi! Ho dato una 'forbice' talmente ampia sull'orario di ritorno a chi mi aspetta a casa che mi sono fatto pena io da solo ("beh, allora, potrei essere a casa per pranzo se ci stanchiamo subito... Oppure subito dopo pranzo se la facciamo di filato... Se siamo lenti anche più tardi.... Insomma di sicuro riusciamo ad andare a trovare stasera all'ospedale Susi e la sua Sofia appena nata... A che ora sono le visite? Alle 20.00? Sì c'è la dovremmo fare... Forse!")
In effetti mezzo scarpone fuori dalla zona di comfort forse c'è lo avevo anche quando sono uscito di casa...
Però non piove, la giornata è bella, siamo tutti carichi... Accidenti! Ci sono Luigi e gli altri... Sono quasi più di noi! Abbiamo anche la guida alpina! Si fa sul serio! Non possiamo svaccare!
Ore 8.30: stiamo partendo... In testa penso:8+5=13... Più un'ora di 'imprevisto'... Vuoi vedere che alle 14.30 sono a casa? Sarebbe buono, non pranzerò con la famiglia, ma almeno vedo i bimbi prima del riposino... Aspetta però: chiediamo... "Allora il nostro obiettivo è cima Grappa?" Alla risposta collettiva mi son trovato di botto con tutti e due gli scarponi fuori dalla zona di comfort! Vabbè.... Vedi cosa succede ad essere troppo ottimisti? Partiamo...
Ore 9.30: il sentiero é bello, davvero non l'averei mai pensato... Saliamo bene, c'è un bel clima si chiacchiera piacevolmente.... Luca ha l'altimetro e stiamo anche salendo bene... Senza accorgermene sono davanti con Marcello e ci fanno notare che siamo tutt'altro che compatti....  Fermi! Fermi! È ovvio che dobbiamo stare compatti! È ovvio che qualunque cosa facciamo oggi dobbiamo farla insieme! Se te lo chiedono in qualsiasi circostanza la risposta che dài è sempre quella giusta! È ovvio! talmente ovvio che non mi sono nemmeno accorto che eravamo così distanti... Ne parliamo... È utile! Pensieri... Parole vs fatti, teoria vs pratica, modelli vs implementazione nella realtà... Obiettivi, misurazione, condivisione,  team e individuo ... Crucci noti da tempo, sforzi quotidiani, evidentemente ho ancora tanto da fare, molto di più della strada che manca alla cima Grappa! Però non sono da solo... Siamo insieme... Tutti sentiamo che è necessario... Ciascuno a suo modo ma tutti lo sentiamo...  E questa È una forza! La dobbiamo incanalare e non ci sarà ostacolo che non potremo superare... Figuriamoci se non arriviamo in Grappa oggi! È chiaro che arriveremo... È chiaro a tutti.... Ripartiamo, ci confrontiamo, riflettiamo....
Quanto è difficile per me far affiorare le emozioni! Qui non sono mai il primo... Anzi!

Ore 12.00: Cima Grappa!
Sul Vioz non saranno il percorso, il meteo o l'allenamento scarso o chissà cos'altro le nostre vere insidie... Supereremo tutto se troveremo il modo di comunicare, coinvolgere, partecipare, fidarci, decidere in modo efficace... E la buona notizia è che possiamo iniziare ad allenarci a farlo senza neppure metterci gli scarponi!
Ore 16.00: rientro a San Liberale. Arrivati! O appena partiti?

   

domenica 5 maggio 2013

Siamo partiti ….

Sabato 4 maggio ci siamo trovato ai piedi del Monte Grappa. 12 persone dell’azienda, io,Tania, Matteo, Marco e Davide.
C’eravamo tutti ? Questa è stata una domanda frequente.
E’ questo il gruppo o manca qualcuno ? Anche questa domanda si è ripetuta.
Ma una cosa è importante: 12 persone sono partite per un percorso.
Non era ben chiaro se sarebbe stata una scampagnata o una giornata formativa, io direi che è stata una giornata in cui abbiamo vissuto un’esperienza e dall’esperienza sono nate delle riflessioni e delle domande.
Il tema del percorso è la Resilienza, e dopo questa giornata penso sia chiaro a tutti dove la possiamo incontrare.
zona comfort
Qualsiasi essere umano si crea attraverso abitudini ed allenamento una Zona di Comfort; in questa zona tutto è conosciuto, so come muovermi, come comportarmi. E’ una zona collaudata.
Fuori della Zona di Comfort c’è un’area chiamata Zona di Apprendimento, così chiamata perché è dove affrontiamo situazioni nuove e dove non ci è chiaro come dobbiamo comportarci. In questa zona si possono provare varie tipologie di emozioni, da positive (curiosità, sorpresa, divertimento, …) a negative (disagio, fastidio, noia, frustrazione, rabbia, …). Spesso a causare la positività o la negatività delle emozioni è la volontà o dalla motivazione ad uscire dalla Zona Comfort ed entrare nella Zona di Apprendimento. Ci esco io di mia spontanea volontà o qualcuno mi ci porta ? Spesso nella formazione qualcuno mi ci porta, perché il corso di formazione viene organizzato dall’azienda per me. Ma io ho voglia di andarci ?
Un’altra cosa importante: più mi allontano dalla Zona di Comfort e più le emozioni aumentano di intensità. Fuori dalla Zona di Apprendimento le emozioni possono essere molto forti: in Zona di Panico possiamo provare angoscia, terrore, panico. La reazione istintiva è una sola: tornare più velocemente possibile in Zona Comfort.
Bene, penso che in questa uscita tutti noi abbiamo preso consapevolezza come la Resilienza possa essere esercitata solo fuori dalla Zona di Comfort. In questo senso certe emozioni possono essere viste come un “segnale”: mi avvisano che sono in una situazione in cui posso allenare la mia Resilienza. E’ sicuramente un profondo cambio di prospettiva: da certe emozioni normalmente (disagio, noia, fastidio, ….) mi allontano; ora invece quando le provo so che ho un’opportunità da sfruttare: posso provare a “resiliere”, posso allenarmi.
Buon viaggio a tutti.
In questo set di Flickr tutte le foto del percorso formativo.

giovedì 2 maggio 2013

Alimentazione in montagna



ciao, come promesso vi riporto alcune utili informazioni che ho trovato sul web relativamente all'alimentazione in montagna. Questa è una prima testimonianza:
 
... parlare di alimentazione in montagna e dare qualche consiglio è come camminare su di un terreno minato, in quanto oltre gli aspetti fisiologico/scientifici entrano in gioco i nostri gusti e le nostre preferenze, che sono per forza di cose molto personali.

Innanzitutto parliamo di alimentazione per chi frequenta la montagna delle nostre latitudini (non si va oltre i 4000m di quota) e per praticare un'attività "non esasperata" come l'escursionismo.

L’essere umano, a parte le scelte personali, è evolutivamente un onnivoro e necessita di queste sostanze nutritive:

·         Proteine (formano le fibre muscolari)

·         Grassi o lipidi (riserve energetiche a lunga scadenza)

·         Zuccheri e carboidrati (riserve energetiche a corta scadenza)

·         Vitamine e sali minerali (per il corretto funzionamento del metabolismo)
Ma l’acqua è la sostanza chimica principale, non per nulla siamo composti per circa l’80% di acqua e il suo corretto approvvigionamento è di indispensabile importanza.
Un’alimentazione media deve essere composta da circa il 12-15% di proteine, che corrisponde a 1 gr di proteine per Kg di peso della persona, i carboidrati rappresentano il 60-65% del fabbisogno energetico, mentre i lipidi formano il restante 20-25%.
Fatte queste doverose premesse, veniamo a come io mi organizzo, ma tenete conto che quello che vi sto raccontando è la mia personale esperienza e non è detto che vada bene a tutti.
Quando vado in montagna, personalmente cerco di portare con me cibo e acqua per soddisfare queste esigenze:


·         devo avere sufficienti scorte energetiche

·         queste devono essere facilmente digeribili

·         devono essere il più leggero possibile (dato che vanno nello zaino)

·         devono togliermi il senso di fame e possibilmente essere gustose

·         devo portare con me una scorta di acqua sempre in eccesso a quanto prevedo possa servirmi
Dopo varie prove, alla fine la migliore soluzione che ho trovato (la migliore, non l'ottima in assoluto) è quella di utilizzare le barrette energetiche, soprattutto perché sono facilmente digeribili ed evitano il classico ballo nello stomaco dei panini, specie se sto camminando e quindi sto facendo fatica. Inoltre le barrette sono leggere da portare e sono complete nella loro composizione.
Il problema è che le barrette non riempiono lo stomaco e non aiutano nel risolvere il fastidioso senso di fame che può comparire ad ora di pranzo. Per questo mi porto un pezzo di pane ed un formaggino, che per il sottoscritto sono più che sufficienti.

Infine porto con me qualche frutto, più che altro perché mi piace. Ottime le banane ricche di potassio, che aiutano a prevenire i crampi. Ma, in funzione della stagione, porto con me mele, pere, arance o mandarini, che costituiscono anche una buona fonte di acqua.
E veniamo alle scorte idriche.
La quantità da portare con sé dipende molto dall'escursione che si fa, se è una zona calda, se è possibile o meno approvvigionarsi durante il cammino, dalla lunghezza del sentiero, da quanto uno è abituato a bere. Tieni presente che durante uno sforzo fisico noi perdiamo la maggior parte dell'acqua non solo sudando, ma soprattutto tramite la respirazione ed è indispensabile reintegrare quanto perso.
Di fame si muore in vari giorni, ma di sete ci si mette molto meno!!!!

Personalmente porto con me da uno a due litri d'acqua, ma so che non bevo tantissimo (questione di abitudine).
Le scorte idriche vanno integrate conisali minerali, dato che questi li perdiamo lungo il cammino e la sola acqua non è sufficiente al loro ripristino. Ci vengono in aiuto una lunga serie di prodotti commerciali in pastiglie o in bustine, che sciolti nell'acqua, forniscono il giusto apporto di sali.

E per concludere alcuni consigli spassionati:
·         evitate di cibarvi durante l'escursione di sostanze grasse: queste ci mettono un sacco di tempo ad essere digerite, distolgono acqua ed energia allo sforzo fisico e si trasformano in energia solo quando ormai siete alla fine della camminata (sono di lenta assimilazione). Quindi lasciate a casa i panini con il lardo o la fetta di gorgonzola (che potrebbe anche camminare da sola).
Questo discorso vale anche per la cioccolata, che è composta in larghissima parte da grassi. Lo so che è buona, ma non pensiate di ricavarne da questa l'energia per la vostra escursione


·         se pensate di dover affrontare uno sforzo lungo e intenso, il miglior consiglio è quello di costituire le scorte energetiche prima della partenza e quindi di mangiare a casa delle belle pastasciutte: i carboidrati complessi (o amidi) sono la principale fonte di energia

·         ti senti alla frutta (nel senso che ti mancano le forze)? Hai bisogno di energia immediatamente disponibile? Lascia perdere le caramelle, le bustine di zucchero o ancora peggio la cioccolata. Ci sono degli zuccheri semplici velocemente assimilabili, che ti evitano il cosiddetto "picco glicemico" (che ti porta ad essere ancora più in crisi). Questi zuccheri sono il destrosio e il fruttosio. Anche questi sono tranquillamente in vendita in farmacia, nei negozi sportivi e spesso anche nei supermercati

·         usate sempre l'acqua reintegrata dei sali

·         cercate di stare leggeri durante l'escursione, cioè di non abbuffarvi. Il tuo apparato digerente ti ringrazierà.

·         prova a cambiare alimentazione, fai degli esperimenti. Se sei abituato a portare con te un paio di panini, prova a vedere cosa succede sostituendo un panino con una barretta. Solo tu sei il migliore giudice per la tua alimentazione.

TRAIN HARD, FIGHT EASY

Si dice che il passo più duro per un atleta, sia cambiarsi e uscire di casa.
Un'operazione scontata, ordinaria, banale, ma necessaria perché altrimenti l'allenamento non avrebbe inizio.
Cambiarsi per uscire ad allenarsi è uno step fondamentale, decisivo; un po' come la trasformazione del supereroe, che si toglie i panni dell'uomo comune per fare qualcosa di straordinario. 
La resilienza è una qualità che si allena nella quotidianità, educandosi a vincere resistenze apparentemente banali, ma alle quali sarebbe altrettanto facile arrendersi proprio per la loro sottovalutata entità. 
Suona la sveglia ma dormo ancora 10'...
Uso l'auto ma potrei andare a piedi...
Ogni giorno abbiamo la possibilità di allenare la resilienza che è in ognuno di noi trasformando gesti scontati in automatismi che ci renderanno preparati a situazioni ben più difficili.
L'uscita del 4 maggio è un po' una di queste situazioni, non sottovalutiamola e sfruttiamola al meglio per trarne tutti gli insegnamenti necessari ad affrontare con più consapevolezza la sfida del Vioz.
Ricordo che una volta da militare, durante un addestramento di routine, un istruttore mi inveiva contro perché non facevo bene il 'passo del leopardo' perché dovevo essere più veloce e allo stesso tempo tenere il culo schiacciato a terra e impugnare l'arma in modo corretto. Insomma cose sentite cento volte che ritenevo superflue come l'esercizio stesso, ma che per qualche motivo a me sconosciuto dovevo sforzarmi di fare ancora meglio di come mi veniva detto.
Dopo qualche mese mi trovai in ex Jugoslavia, durante un conflitto a fuoco, separato dal resto della squadra che aveva lasciato le armi sul mezzo e l'unico modo per portarle era attraversare un cortile trascinandole legate alla vita facendo il passo del leopardo...ovviamente sotto il fuoco ostile. Incredibile come all'improvviso  tutto quel noioso e incomprensibile addestramento fatto in caserma, diventasse in quel momento l'unica cosa importante che avessi mai fatto nella vita.
Personalmente quando devo uscire ad allenarmi penso alla prossima gara che dovrò affrontare, a cosa stanno facendo i miei rivali e come si allenano loro, cerco di rivivere sensazioni/emozioni che nell'ultima gara mi hanno stimolato e di riflettere su quelle che mi hanno bloccato e spaventato per essere in grado di gestirle la prossima volta.
Ultima riflessione poi finisco di tritarvi (leggete tediarvi).
Ieri io e Andrea abbiamo gareggiato al Venice Chrono Triathlon e, anche se in minor misura, per l'ennesima volta sono stato assalito da una forte tensione nella prima frazione (nuoto 750mt) che ha rischiato di compromettere tutta la gara. Fortunatamente è scattato qualcosa che mi ha permesso di capire la situazione, gestirla e di uscire dall'acqua in un tempo decente; tanto da riuscire a recuperare nella successiva frazione (20km bici) gli atleti usciti dall'acqua prima di me. Proprio perché queste sensazioni sono vive, fresche dentro di me, ho deciso di tornare in gara fra 2 giorni al Triathlon di Caldaro, dove la distanza sarà doppia rispetto a quella di Venezia (1500mt nuoto 40km bici 10km corsa) e potrò subito sperimentare nuovamente e mettere alla prova quanto accaduto e imparato nella gara di ieri.
Per il 4 maggio auguro a tutti uno splendido temporale e tutto ciò che possa contribuire a rafforzare la vostra resilienza.