domenica 14 luglio 2013

Sono pronto ?

Sono in Val di Sole, seduto al verdissimo parco di Terzolas. Giornata calda, sole. Arriva un SMS: è Matteo che scrive “Da mercoledì brutto tempo. Che fortuna ….”.

Guardo subito le previsioni online, forse temporali, ma penso anche che mancano ancora troppi giorni per delle previsioni attendibili. Poi mi fermo e penso a quanto questa esperienza mi stia già dando molto.A cosa serve preoccuparsi ? Probabilmente ad allenare la nostra Resilienza. Lo racconto a mia moglie, che mi dice “prova a chiedere a Matteo come faceva suo nonno senza internet e le previsioni del tempo quando partiva per scalare le montagne”.

Penso alla giornata con Pietro Trabucchi ed alla sua definizione di Resilienza: “la resilienza psicologica è la capacità di far mantenere alta la motivazione nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino.”


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Se piove saprò mantenere alta la mia motivazione di arrivare in cima al Vioz ? Sinceramente non vedo l’ora di rivedere certe immagini. Sono pronto.

2 commenti:

  1. Voglio offrire il mio punto di vista riguardo a questo post; dettato più che altro dalla citazione di Trabucchi ripresa da te, che non condivido totalmente in due punti. Il primo riguarda gli obbiettivi 'sfidanti' e il secondo gli eventi 'negativi'.
Personalmente definisco la resilienza come la capacità di adattarsi a qualunque evento che cambi in maniera radicale la condizione di un individuo, ma anche di una comunità. Adattamento che non necessariamente deve portare ad un miglioramento; perché a seconda dell'evento, anche mantenere lo status iniziale, potrebbe richiedere grandi doti di resilienza. 
Mi viene in mente Silvio Pellico che durante 10 lunghi anni di prigionia ebbe la forza di mantenersi lucido per poi scrivere, una volta uscito di prigione, un libro capace di influenzare il pensiero risorgimentale e di danneggiare l'immagine dell'Austria e del regime asburgico. Questa è resilienza.
 Mi sorge una domanda; qual'è il criterio che cataloga come sfidante un obiettivo? Non è forse soggettiva l'importanza che viene attribuita agli appuntamenti che la vita ci riserva o che noi ci prefiggiamo? Crescere un figlio ed educarlo ai valori della vita, al rispetto delle regole, all'onestà; e mantenere nel tempo la capacità di trasmettere tali insegnamenti senza perdersi d'animo. Cos'è resilienza se non questa?
    Penso che per sviluppare la resilienza bisogna prima di tutto avere chiaro nella propria mente l'obiettivo; è quello che ci darà la forza e la motivazione di adattarci alle nuove condizioni che troveremo durante il percorso.
    Non c'è scalata senza vetta, ma è durante la scalata che si diventa alpinisti.
    E proprio lungo gli eventi che caratterizzano il percorso avviene la formazione, l'apprendimento; per questo non condivido il termine 'negativo' associato ad essi.
    Un evento non è a prescindere negativo e nemmeno positivo, è con il senno di poi che lo cataloghiamo, in base alla capacità che abbiamo avuto di adattarci ad esso e di saperlo sfruttare a nostro favore o meno.
    Negativa è la nostra risposta quando non vogliamo affrontare gli eventi, ogni volta che non mettiamo in moto l'umana innata resilienza, che tutti possediamo, ma che mettere in atto costa impegno e sacrificio; sostenibili solamente se abbiamo chiaro l'obiettivo e l'importanza che gli attribuiamo.

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  2. Grazie Alessandro, bella ed interessante la tua definizione di Resilienza. Certo, c'è da discutere anche su cosa vuol dire "negativo", forse potremmo cambiarlo con "evento difficoltoso", "rallentante" ....
    Quello che mi entusiasma è che domani "sperimentiamo" ....
    Non vedo l'ora ....

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