Cosa ci
portiamo a casa da questa esperienza ?
Un corso non
è un corso se non termina con La Domanda.
Scendiamo
dal Vioz, c’è un mix di sollievo (è finita…), orgoglio (siamo forti…), senso di
gruppo (che squadra…) e soddisfazione (ce l’abbiamo fatta…).
Si fa un po’
di confusione negli ultimi 200 metri x decidere come arrivare. Di sicuro si
deve tirare fuori lo striscione CLIMAVENETA.
Le foto, le
strette di mano, le pacche sulle spalle…tutto bello…O no ?
Torno a casa
e vorrei scrivere subito sul blog ma non ci riesco.
Troppe
emozioni ?
Idee e
pensieri da sistemare?
Pigrizia?...O
no?
Leggo
qualche blog dei compagni, parlo con diversi di loro e intuisco un senso al mio
“o no ?”
Gli sguardi
e le espressioni di chi ci aspettava…ecco cosa non mi tornava. Le avevo fissate
nella memoria inconsciamente, come mi succede per alcuni episodi che poi mi
porto dietro per un sacco di tempo e che rimangono vivi, proprio perché hanno
un senso più profondo che viene a galla con il tempo, lentamente.
Sono sguardi
sfuggenti, imbarazzati, quasi timorosi, o perlomeno questa è stata la mia percezione. Ho pensato che sicuramente avrei avuto la stessa espressione
se non fossi salito. Forse anche peggiore!
Forse era
meglio stare a casa ?
Forse era più dignitoso ?
Forse si doveva comunque
provare, mettersi in gioco ?
Forse.
Ma avete
deciso di esserci, di accompagnarci e di aspettarci. Ci vuole coraggio nel non
nascondersi e il giusto mix di umiltà e forza per dire di no. Non sono
importanti i motivi.
Mi avete
dato una bella lezione e vi volevo ringraziare di questo.
Per me occupate lo
stesso “spazio emotivo” di aver visto Andrea salire come mai avrei pensato
fosse possibile o di Alessandro che ha chiuso la giornata come solo un Uomo sa
fare.
Ecco cosa mi
porto a casa da questa esperienza.
Grazie a tutti.
Andrea C.
Ciao Andrea,
RispondiEliminapenso che la relazione tra il gruppo che è salito ed il gruppo che è rimasto in valle sia un argomento interessante per la nostra riflessione di settembre.
Grazie delle tue parole.